Un farmaco in via di sperimentazione permetterebbe una eventualità creduta impossibile fino a poco tempo fa: far ricrescere i nostri denti.
Esistono tantissime persone che hanno una mancanza congenita di denti, più di quelle che crediamo. Questa particolare condizione risponde al nome di agenesia dentale, e corrisponde alla mancata formazione o alla distruzione del germe dentale, ossia l’embrione del dente. I ricercatori, ad oggi, attribuiscono l’origine di questa malattia esclusivamente a fattori genetici.
Questa malattia – o meglio, anomalia – può inficiare sia la nostra dentizione decidua (più comunemente nota come denti da latte) che la dentizione permanente. Questo perché forma buchi poco gradevoli alla vista, conseguentemente inficiando la nostra funzionalità masticatoria. L’agenesia, infatti, può condizionare un solo dente (scenario più comune) o anche più denti.
Rigenerazione dentale: è possibile?
Dal Giappone, però, potrebbe essere arrivata la svolta definitiva, che eviterà di ricorrere alle protesi dentali per risolvere questo problema genetico. Uno studio recente, infatti, potrebbe dimostrare che la ricrescita dei denti è assolutamente possibile in tutti i soggetti. Come? Semplicemente assumendo uno specifico farmaco.
“Il sogno di ogni dentista è quello di rendere possibile la rigenerazione dentale.“. Parla così Katsu Takahashi, direttore del dipartimento di odontoiatria e chirurgia orale presso l’ospedale Kitano, ad Osaka.
Il dottor Takahashi è a capo di un gruppo di ricercatori, che sta mettendo a punto un farmaco in grado di far ricrescere i denti mancanti. Un vero e proprio sogno, che coltiva da quando era studente in università e che in cuor suo sapeva fosse possibile.
Questo farmaco sarebbe in grado di trattare l’agenesia o l’anodontia, una rara malattia genetica che causa la mancanza di tutta la dentizione decidua e/o permanente dell’individuo. Attualmente, la sperimentazione è avvenuta soltanto negli animali, ma nel 2024 dovrebbe iniziare anche quella sugli esseri umani.
Se dovesse rivelarsi efficace e privo di effetti collaterali, gli odontoiatri lo utilizzeranno per trattare i bambini da 2 a 6 anni affetti da anodontia. Questo trattamento metterebbe a tutti gli effetti a disposizione una terza dentizione, che andrebbe a coprire qualsiasi mancanza dentale. Così si riuscirebbe a garantire una qualità di vita senz’altro migliore ai soggetti trattati, senza dover ricorrere agli impianti.
Una ricerca senza dubbio rivoluzionaria, che potrebbe cambiare per sempre l’odontoiatria e dare vita all’inizio della medicina di rigenerazione dentale. Attendiamo fiduciosi di saperne di più su questo studio, lasciando un occhio sul Giappone. E sperando ardentemente che, con la sperimentazione sugli esseri umani, non ci saranno intoppi.
