Come costruire un attaccamento sicuro con tuo figlio fin dai primi anni di vita

Ogni genitore dovrebbe essere un punto di riferimento incrollabile per suo figlio: ecco 5 modi per riuscirci. 

L’attaccamento genitore-figlio si sviluppa tipicamente nei bambini nei primi diciotto mesi di vita. Durante questo periodo cruciale, chi si prende cura del neonato è sia emotivamente sia fisicamente un punto di riferimento destinato a durare negli anni. Se il legame con il genitore è solido e sicuro, affermano gli esperti, il figlio affronterà le fasi di distacco/lontananza/ritorno con ansia, angoscia e stress ridotti. Il senso di appartenenza è un bisogno umano essenziale, capace di influenzare i processi cognitivi ed emotivi, le risposte comportamentali, la salute e il benessere in generale.

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La fiducia è l’ingrediente principale di un attaccamento forte e sano tra genitore e figlio – Pixabay 22.3.23 (Ossinotizie.it)

Secondo il sito The Attachment Project – attachmentproject.com – la teoria dell’attaccamento sicuro non prevede che il genitore sia perfetto, ma prevedibile nei suoi comportamenti, cioè affidabile, e capace di rispondere al figlio nel modo in cui ha bisogno quando è arrabbiato o ha necessità di qualcosa.

Il segreto di un solido legame genitore-figlio

La dott.ssa Nisreen Yacoub, professore associato di psicologia presso la King Abdul Aziz University di Jeddah, in Arabia Saudita, studia da anni i modelli di attaccamento e la loro influenza sulla crescita e sullo sviluppo del bambino. “I bambini con un attaccamento sicuro hanno una memoria, una concentrazione e un’espressione autobiografiche più organizzate – ha spiegato intervenendo a un recente congresso -. Registrano punteggi molto alti nei test di lingua e abilità sociali e sono più bravi nell’esprimere le emozioni.

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Un attaccamento sicuro si basa su un equilibrio di libertà e sostegno – Pixabay (Ossinotizie.it)

Esistono quattro modelli di attaccamento: sicuro (rapporto di estrema fiducia), ansioso/ambivalente (il legame è percepito come insicuro), evitante (il genitore evita di affrontare certe situazione) e disorganizzato (genitore instabile e risposte incoerenti da parte del figlio). E si possono classificare sin dalla tenera età, quando il bambino ha dai 9 ai 10 mesi. Sono cinque invece le strategie per sviluppare un attaccamento sicuro:

1. Lavora prima su te stesso
“Se sei sicuro, tratterai i tuoi figli normalmente”, afferma Nisreen. Ciò potrebbe significare costruire un forte sistema di supporto, con membri della famiglia o relazioni sociali che aiutino ad affrontare ansie, paure o insicurezze, o anche cercare l’aiuto di uno specialista.

2. Non lasciare che la tua paura ti controlli come genitore
È fondamentale che i genitori non cerchino di controllare ogni aspetto della vita dei propri figli. Un attaccamento sicuro si basa su un equilibrio di libertà e sostegno. “Se imparo a proteggere mio figlio dalle mie paure, allora lo lascerò crescere… dandogli la piena possibilità di sperimentare la vita, senza cercare di controllarlo. Come? Lavorando sulle mie paure o sul mio egoismo”, spiega Nisreen.

3. Trova la giusta misura per il “tempo di qualità”
10 minuti di “tempo” di qualità possono essere molto più efficaci nella costruzione di una forte connessione con i bambini, rispetto a un’intera giornata trascorsa senza alcuna reale finalità.

Giocare con i figli
Il tempo qualità – Ossi Notizie.it

4. Ascolta prima di consigliare
Se tuo figlio torna a casa e ti dice che si è sentito vittima di bullismo a scuola, resisti all’impulso di dare consigli troppo in fretta. Questo mette il bambino in una posizione di inferiorità in cui il genitore ne sa di più. E lo fa sentire in colpa, debole o poco intelligente. Provate a parlare con vostro figlio da pari a pari.

5. Rifletti ed entra in empatia … in modo coerente
Usate frasi che esprimano empatia e siate presenti per il bambino quando ha bisogno di voi. Se il bimbo si sente isolato, per esempio, possiamo cominciare dicendogli: “È davvero difficile non avere amici”. Il giorno dopo, aggiungiamo qualcosa come: “Capisco, la solitudine non è facile”. E il terzo giorno: “Quando avevo la tua età, ho avuto lo stesso problema”. A quel punto il bambino potrà gestire il suo problema con più coraggio e senza inutili condizionamenti.

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