L’obesità provoca cambiamenti irreversibili: scoperto come modifica per sempre il cervello

Gli scienziati dell’università di Yale hanno condotto uno studio legato a come funzionano le aree del cervello collegate all’alimentazione. Incredibile!

Il nostro cervello è capace di avvertire la presenza di nutrienti nel nostro corpo, perciò ci da la sensazione di sazietà, regolando l’appetito, ma non funziona così per tutti. Oggi andremo a scoprire come mai in alcune persone questo non accade.

studio obesità yale
Capiamo insieme come interviene il cervello nel senso si sazietà-Ossinotizie.it

In molte persone questa sensazione viene alterata, senza provocare nessun senso di sazietà, né viene compresa la presenza di cibo nello stomaco, provocando problemi irreversibili. Questa situazione spiega perché molte persone arrivano ad aumentare drasticamente di peso.

Obesità: cosa succede al cervello?

Un gruppo di scienziati dell’Università di Yale ha pubblicato una ricerca su Nature Metabolism, riguardante l’effetto dell’assunzione di zuccheri e grassi e in che modo sollecitano aree del cervello.

Per avere delle risposte legate a questo studio, gli scienziati hanno messo a confronto trenta persone con un fisico sano, né sovrappeso, né sottopeso, e altre trenta affette da obesità, stabilendo l’operosità del cervello di ogni individuo attraverso la risonanza magnetica funzionale.

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Lo studio ha fatto un confronto interessante- Ossinotizie.it

Il gruppo ha valutato gli effetti di infusioni di glucosio intragastrico, lipidi e acqua, sull’attività neuronale cerebrale e sul rilascio di dopamina striatale, nonché, sugli ormoni plasmatici, sul glucosio, sul livello della fame e sull’apporto calorico. La dopamina gioca un ruolo importante, perché rilascia la sensazione di sazietà e di ricompensa quando mangiamo.

Nei partecipanti normopeso è stato verificato che il livello di dopamina si è alzato, mentre l’attività dello striato, la zona che regola il desiderio di mangiare, è diminuita, perciò non c’era più la necessità o la voglia di cercare cibo.

Nelle persone affette da obesità, invece, l’attività dello striato non è cambiata. Ingerire dei grassi, oltretutto, non ha accresciuto particolarmente il livello di dopamina, tantoché quest’ultima non ha alleviato la funzione dello striato, come se non sentissero la sazietà.

Per studiare se le risposte fossero alterate nei soggetti obesi, la prova è stata riformulata dopo aver avuto una perdita di peso del dieci per cento, indotta da una dieta dimagrante. È importante sottolineare che i risultato neuronali compromessi, non sono state ripristinate dopo il dimagrimento.

Le risposte neuronali alterate ai segnali nutrizionali possono essere causate dall’eccesso di cibo e dall’obesità, inoltre, la resistenza continua ai segnali nutrizionali post-ingestione dopo un significativo dimagrimento può, in parte, spiegare l’alto tasso di recupero di peso dopo una perdita di kg avvenuta con successo.

Per poter aiutare i soggetti in questa situazione di disagio, bisogna capire quando si presenta il meccanismo che non fa lavorare le aree del cervello sopra citate, in modo da poter fermare prima il problema, limitando i danni di salute e quelli cerebrali.

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