Lavoro determinato, cosa cambia per milioni di italiani con le nuove norme: cosa c’è da sapere

Il decreto 1° maggio introduce importanti cambiamenti sul fronte dei contratti di lavoro. Ecco i contenuti della riforma. 

Il 1° maggio è alle porte e quest’anno, oltre alla consueta festa dei lavoratori, vedrà approdare in Consiglio dei Ministri la riforma del mercato del lavoro per il varo ufficiale. Importanti cambiamenti in vista per la disciplina dei contratti a termine, con particolare riferimento alle regole sulle causali: le novità coinvolgono quasi 3 milioni di lavoratori.

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Cosa succederà a partire dal primo di Maggio- Ossinotizie.it

Stime alla mano, su 3,59 milioni di contratti a termine in essere, 2,99 milioni hanno una durata fino a 12 mesi. Con l’entrata in vigore della riforma, al termine dell’annualità scatterebbe l’obbligo di inserire la causale, ovvero la motivazione che giustifica il ricorso al lavoro a tempo determinato.

Tutte le novità per i contratti di lavoro a tempo determinato

Le causali potranno essere stabilite dai contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali. Solo in assenza di una disciplina nella contrattazione collettiva i datori di lavoro e i lavoratori potranno individuare “specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva” per il ricorso al lavoro a termine, previa approvazione delle commissioni di certificazione costituite presso gli enti bilaterali, le direzioni provinciali del lavoro, le università, il ministero del Lavoro o i consigli provinciali dei consulenti del lavoro.

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I costi del nuovo sistema sarebbero contenuti: solo i diritti di segreteria. Ossinotizie.it

Sarà inoltre confermata la possibilità, già prevista dalla legge, di ricorrere al contratto a termine per la sostituzione di altri lavoratori. Secondo Luca De Compadri, componente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del Lavoro, la nuova normativa è un passo avanti per superare le causali stabilite dal decreto Dignità, che punta a trovare un equilibrio tra la flessibilità del lavoro e i diritti del lavoratore. Quanto alla necessità di ricorrere alle commissioni di certificazione per far “bollinare” le causali, si tratta di una procedura che presso i consulenti del lavoro richiede sette-otto giorni e può essere attivata dalle aziende un paio di settimane prima di sottoscrivere il contratto di lavoro. I costi sarebbero contenuti: solo i diritti di segreteria.

Ma i sindacati, in particolare della Cisl, in attesa della versione finale della norma sono più cauti. Fermo restando che la sostituzione delle causali di legge con le causali contrattuali corrisponde alla piena valorizzazione del ruolo della contrattazione, su cui gli stessi sindacati hanno molto insistito anche in passato.

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