Indennità di malattia: attenzione a questi errori comuni

Tra i tanti errori che l’azienda o il professionista possono fare nell’inserire gli eventi di malattia nel calendario presenze, che ne sono 5 particolarmente frequenti.

Il diavolo si nasconde nei dettagli, e lo sanno bene le aziende e i professionisti alle prese con le compilazione delle mille scartoffie legate alla loro attività. Tra le varie incombenze di tipo “burocratico” c’è anche l’inserimento degli eventi di malattia nel calendario presenze. Errare humanum est, specie quando ci sono numeri e dati anagrafici in ballo. Vediamo quali sono gli errori più frequenti e come fare evitarli.

indennità malattia 5 errori comuni
La corretta compilazione dei documenti relativi all’indennità di malattia è fondamentale per non incorrere in contestazioni – Pixabay (Ossinotizie.it)

Premessa: la malattia non professionale è un evento morboso che coinvolge il dipendente e, come tale, gli impedisce di svolgere la mansione lavorativa manuale e/o intellettuale prevista dal contratto di lavoro. Il trattamento economico per gli eventi di malattia varia a seconda della qualifica del dipendente e del settore Inps di appartenenza dell’azienda, ma in linea di massima le informazioni da trasmettere sono sempre le stesse. È fondamentale la correttezza di tutti i dati inseriti per non incorrere in spiacevoli e dispendiose (soprattutto in termini di tempo) contestazioni.

Indennità di malattia: gli sbagli da evitare

  1. Inserimento dell’indirizzo di residenza/reperibilità incompleto o errato. Spesso il numero civico non viene inserito, o non compare perché riportato nello stesso campo della Via (verificare a tal proposito soprattutto i gestionali). Se viene indicato un indirizzo sbagliato e scatta una visita medica di controllo domiciliare (visita fiscale), il lavoratore, risultando irreperibile, subirà una decurtazione di stipendio, essendo lui stesso tenuto a verificare l’esattezza dei dati anagrafici inseriti nel certificato.
  2. Errata decorrenza del periodo di malattia. L’indennità di malattia riconosciuta al lavoratore decorre dalla data di rilascio del certificato di malattia. Può essere indicata una data diversa a seconda di ciò che il lavoratore riferisce. Non devono essere rilasciati certificati “ora per allora”. Se si rilascia un certificato di continuazione, è necessario che le decorrenze di questo non si sovrappongano con il certificato precedente.

    indennità malattia 5 errori comuni
    L’azienda o il professionista possono commettere molti errori nell’inserire gli eventi di malattia nel calendario presenze – Pixabay (Ossinotizie.it)
  3. Errata indicazione Inizio malattia – Continuazione malattia – Ricaduta malattia. Sbagliare questi codici nei certificati di malattia espone a conseguenze amministrative/economiche. La conclusione della malattia si realizza il giorno successivo alla data, riportata sul certificato di malattia, che indica lo scadere della prognosi. In caso di continuazione di malattia, deve risultare evidente che si tratta dello stesso evento morboso. La ricaduta della malattia si verifica quando, entro 30 giorni
    dalla conclusione della precedente malattia, si verifica un altro evento morboso conseguenziale al primo.
  4. Note di Diagnosi. Il medico è tenuto a indicare chiaramente la tipologia dell’evento morboso che ha reso il lavoratore, per il periodo indicato, totalmente inidoneo allo svolgimento della propria attività.
  5. Agevolazioni. Alcune terapie croniche a supporto terapeutico costante non determinano incapacità al lavoro: anzi, consentono proprio di svolgere la prestazione lavorativa. Quanto all’esenzione dall’obbligo di reperibilità, è disciplinata dal Decreto 11.01.2016 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
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